Cazzo gliene frega, della sicurezza.

I prossimi incidenti automobilistici rischiano di essere quelli che gli automobilisti incazzati scateneranno nelle piazze, non nelle strade. Chiunque possegga un’auto vive ormai nel terrore, essendo ormai diventato la gallina dalle uova d’oro delle amministrazioni grandi e piccole di tutto Paese: in 23 città italiane la somma delle multe supera persino il valore delle imposte, e questo senza contare le entrate di Polizia Stradale e Carabinieri e Guardia di Finanza. Da qui una crescente passione delle ammistrazioni per ogni possibile sistema di rilevamento elettronico: piccoli comuni che imboscano autovelox in tratte dove il limite è di 50 all’ora, cartelli che di converso annunciano rilevamenti elettronici che non ci sono mai stati, telecamere poste sopra semafori solitari in mezzo alla campagna, gialli semaforici che durano due secondi e obbligano a frenate che causano incidenti anzichè prevenirli. L’obiettivo della sicurezza rimane il santino dietro il quale si cela un’autentica brama di denaro e che tuttavia non impedisce di notare due particolari fondamentali: anzitutto che un terzo degli incidenti, in Italia, resta dovuto alle condizioni delle strade; in secondo luogo, a partire dal 2006, che le infrazioni per eccesso di velocità sono aumentate. Lo sono, opinione personale, anche perchè i limiti di velocità italiani restano perlopiù assurdi soprattutto nelle statali e nelle provinciali, mentre ci sono autostrade che non meriterebbero un limite superiore a 100 e altre in cui si potrebbe tranquillamente andare a 180.

Un condivisibile sfogo di Macchianera

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