Windows 7, Run as administrator e le network shares

image

Mi sono trovato nella necessità di far funzionare un software non proprio recentissimo (Autocad LT 2005) su Windows 7; mi direte, aggiorna ad una versione compatibile con il nuovo sistema operativo! In realtà l’utilizzatore possiede anche una nuova e fiammante licenza della versione 2010, che ho puntualmente installato, ma preferisce utilizzare la 2005 Baring teeth!
Comunque installo con qualche forzatura la versione preistorica, ma, come prevedibile, non si avvia neppure…….
Ok, abilitiamo il compatibility mode XP SP3 e riproviamo…..il dinosauro si avvia Party e sembra anche funzionare correttamente ma c’è un problema: per funzionare richiede l’avvio come amministratore e non vede le share di rete.
Il problema è che in modalità ‘run as administrator’ ci si presenta al sistema con una sessione ed un utente diverso da quello loggato, un diverso access token, e quindi no party.

Mamma Microsoft, ovviamente, ha pensato al workaround del caso, anche se ha deciso di non supportarlo (?). Il tutto si riduce ad attivare sul client un chiave di registry che indica al sistema operativo di condividere l’access token tra l’utente loggato e il super administrator che viene scatenato con ‘run as administrator’, consentendo l’accesso di quest’ultimo alle risorse riservate allo user triste.

[more]

Il ‘miracolo’ viene attivato con questa chiave:

Windows Registry Editor Version 5.00

[HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Policies\System]
"EnableLinkedConnections"=dword:00000001

e la storia è raccontata qui; l’articolo riporta come sistemi operativi quelli della serie Vista ma sembra funzionare egregiamente anche nella serie 7.

Windows 7, XP mode e le CPU tristi

image

Come noto una delle mosse più decise implementate da Microsoft in Windows 7 per convincere i propri clienti ad abbandonare finalmente XP ed abbracciare una nuova tecnologia client è stato il varo dell’XP mode. Tramite una macchina virtuale contenente un XP Pro è possibile così far funzionare anche il gestionale obsoleto del ventesimo secolo dentro seven in maniera trasparente e indolore. Pubblicità a fiumi su questa funzionalità, il marketing Microsoft che la spaccia quale panacea di tutti i mali; unico requisito l’utilizzo di una macchina con processore che supportasse nativamente la virtualizzazione con tecnologia AMD-V oppure Intel VT.

Sì dirà, che problema c’è, acquisto una nuovo pc e sicuramente avrò un processore adatto allo scopo……… Errore! A verifica più attenta ci si accorge ben presto che molte delle macchine in commercio non hanno un processore che supporta il set di istruzioni richieste e iniziano i problemi 🙁

Finalmente Microsoft si è accorta del problema e ha rilasciato un update che consente l’utilizzo dell’ultima versione di Virtual Pc e quindi dell’XP Mode anche su macchine senza il supporto nativo della virtualizzazione semplicemente aggiungendo all’installazione usuale l’update pubblicato qui .

Installazione HyperV integration components su Ubuntu

 

image

– Scaricare l’ultima versione degli integration components (per es. da qui)

– Estrarre l’ISO e montarlo dalla console di HyperV nella macchina virtuale;

– Da terminale Ubuntu digitare i seguenti comandi


   1: sudo mkdir /mnt/cdrom

   2: sudo mount /dev/scd0 /mnt/cdrom

   3: sudo mkdir /home/linuxic

   4: sudo cp /mnt/cdrom/* /home/linuxic –R

   5: cd /home/linuxic

   6: sudo perl setup.pl drivers

– Non è necessario riavviare

L’Express maledetto

 

 

Cercavo di accedere ad un database SQL montato su di un SQL Express 2008 installato su localhost con una connection string tipo:

“Data Source=localhost;User ID=user;Password=password;persist security info=False;” providerName=”System.Data.SqlClient”

la risposta del server web:

An error has occurred while establishing a connection to the server.

(provider: Named Pipes Provider, error: 40 – Could not open a connection to SQL Server) (Microsoft SQL Server, Error: 5)

An error has occurred while establishing a connection to the server.  When connecting to SQL Server 2005, this failure may be caused by the fact that under the default settings SQL Server does not allow remote connections. (provider: Named Pipes Provider, error: 40 – Could not open a connection to SQL Server) (Microsoft SQL Server, Error: 1326)

La soluzione è indicare l’istanza completa come Data Source, quindi localhost\SQLExpress

Ci ho investito solo un’ora di improperi…….

Windows Vista SP1

 image_8948528d-cf61-4901-931e-c589f2c11891   Microsoft Corporation  image_8948528d-cf61-4901-931e-c589f2c11891

Dopo l’installazione sul mio notebook ho notato con dispiacere che lo spazio libero sulla mia partizione di sistema è calato draticamente

Fortuna che Microsoft mi ha pensato  e ha scritto:

Windows Vista SP1 File Removal tool (Vsp1cln.exe). Vsp1cln.exe is an optional tool that you can run after you install SP1. This tool removes older versions of components that have been updated in SP1, which are stored during the installation in case you need to uninstall SP1 later. Saving these older components increases the amount of disk space that is used. Typically, you should run Vsp1cln.exe if you want to reclaim this disk space after applying SP1 and if you will not need to uninstall SP1. Note, however, that you cannot uninstall SP1 after you run this tool. You can use this tool both online and offline, but you must have SP1 installed and you must use the correct version of the tool. If you are running this file on an offline image, you should use the Vsp1cln.exe included in the Windows OPK or AIK. However, if you are running this file online (on a computer that you are booted into), you should use the Vsp1cln.exe file located at %windir%\system32\vsp1cln.exe

Yuppie!!!

PS Mi ha liberato ‘solo’ 3 Gb

Ubuntu su macchina virtuale

 

image_a86fc0e0-2393-41ec-b473-82536d60939a     image_677d68ec-52f6-4f2a-a4e2-0710f6cbd0fa

Mi sono trovato nella necessità di utilizzare un ‘server’ Ubuntu installato su Microsoft Virtual Server per installare un sistema di monitoraggio per server e apparati vari, l’ottimo Cacti. Evidentemente un sistema del genere richiede, ad esempio, un orologio preciso per mantenere coerenti i grafici.

Quindi installazione del demone NTP con relativa configurazione e …… l’orologio è perfettamente sincronizzato con uno dei vari NTP server disponibili su internet. Ma qualcosa non va! La macchina virtuale perde un minuto ogni tre, alla faccia dell’orologio atomico!

Un po’ di googlate e, partendo da questo articolo della KB Microsoft, ho cambiato la modalità di calcolo del tempo del kernel linux aggiungendo clock=pit nella configurazione del bootloader, e adesso il ‘Cactus’ funziona come una viola………

Della serie: grazie Google!

Sito Microsoft

Da qualche giorno il sito http://www.microsoft.com è in esecuzione su IIS7 su Windows Server 2008 Beta 3.

Alcuni dati:

– 80 server su due datacenter

– 500 virtual root

– più di 350 applicazioni web in 12 application pool

– 10000 richieste/sec

– 300000 connessioni concorrenti

– Offline durante la migrazione a Windows Server 2008 Beta 3: 0% del tempo

– 99% delle applicazioni migrate senza alcuna modifica

(tratto da Blog Team TechNet Italia)

Mmm, potrei consigliare una infrastruttura simile al mio capo per il sito aziendale…

Forzare l’aggiornamento di un client sotto WSUS

 

tools Ci possono essere alcuni casi in cui è necessari forzare il processo di aggiornamento di un client SUS/WSUS ad esempio quando, appena installata una macchina, si vuole aggiornarla immediatamente  Per fare ciò è necessario eseguire sulla macchina client i seguenti passi:

 

– arrestare il servizio ‘Aggiornamenti automatici’ (net stop wuauserv);
– tramite regedit posizionarsi su HKLM\Software\Microsoft\Windows\CurrentVersion\WindowsUpdate\Auto Update e cancellare le chiavi LastWaitTimeout,DetectionStartTime,NextDetectionTime;
– riavviare il servizio ‘Aggiornamenti automatici’ (net start wuauserv).

Disconnessione ‘lenta’

Purtroppo è un problema che si verifica con una certa frequenza sui sistemi NT e risulta particolarmente fastidioso con Windows 2000: nel registro eventi viene riportato un evento con ID 1000

Tipo evento: Errore
Origine evento: Userenv
Categoria evento: Nessuno
ID evento: 1000
Data: 30/11/2006
Ora: 10.16.34
Utente: NT AUTHORITY\SYSTEM
Computer: SERVER
Descrizione: Impossibile scaricare il file del Registro di sistema. Se si dispone di un profilo di roaming, le impostazioni non vengono replicate. Rivolgersi all'amministratore.
DETTAGLI - Accesso negato. , Build numero ((2195)).

Conseguenze: i profili di roaming non vengono sincronizzati, in tutti i casi la disconnessione dell’utente richiede un paio di minuti dal momento che 60 secondi vengono sprecati nel tentativo di “liberare” il registro (la finestra riporta “Salvataggio delle informazioni in corso…”.

Soluzione: scaricarsi UPCHClean dal sito Microsoft (il download richiede la convalida di autenticità. Questo piccolo software attiva un servizio in grado di sbloccare il registro e inserire nel log i dettagli dell’applicazione colpevole dello stallo

Tipo evento: Informazioni
Origine evento: UPHClean
Categoria evento: Nessuno
ID evento: 1401
Data: 30/11/2006
Ora: 10.56.25
Utente: SERVER\nomeutente
Computer: SERVER
Descrizione: The following handles in user profile hive SERVER\nomeutente (S-1-5-21-1960408961-746137067-854245398-1005) have been remapped because they were preventing the profile from unloading successfully: svchost.exe (512) HKCU (0x39)

Come è possibile vedere, nella parte finale viene indicato il colpevole: nel caso specifico svchost.exe

Per scoprire i processi associati al PID 512 è possibile utilizzare il comando tlist -s nel prompt dei comandi. Il comando tlist.exe (tasklist.exe in Windows XP) non è disponibile nel sistema standard, va caricato dal cd di Windows 2000 installando gli strumenti di supporto da \support\tools\setup.exe

Per ulteriori informazioni potete consultare il file readme.txt associato al download di UPCHClean.

(da pseudotecnico blog)

Il nuovo IrfanView

kater_li_oben E’ uscita la nuova versione di IrfanView, il miglior visualizzatore di immagini gratuito disponibile. Al momento è presente solo in lingua inglese ma, come al solito, la traduzione non tarderà ad arrivare.
Qui la versione 3.99.